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Soffrite di fascite plantare? Ecco come scoprirlo e come curarla

Soffrite di fascite plantare? Ecco come scoprirlo e come curarla

25 Marzo 2023

Sentite dolore sotto la pianta del piede, che si intensifica nella zona del tallone? Probabilmente soffrite di fascite plantare. Questo dolore è provocato dall’infiammazione della fascia plantare, una zona fibrosa e ricca di tessuti, che si estende dal calcagno fino alle dita dei piedi.

Un disturbo, quello della fascite plantare, che può manifestarsi a seguito di sollecitazioni eccessive del piede – come accade frequentemente nei soggetti che praticano corsa e sport in generale – ma che può dipendere anche da un problema fisico-strutturale, ovvero da una ridotta estendibilità dei muscoli posteriori della gamba e della coscia.

La fascite plantare si può prevenire e curare con successo seguendo alcuni accorgimenti. Innanzitutto, se praticate regolarmente attività fisica, prima di iniziare il vostro allenamento prestate attenzione alla fase di riscaldamento. Gli esercizi di stretching sono in grado di aiutare l’estensione di tutte le fasce muscolari posteriori, comprese quelle del piede. Vi accorgerete che il dolore tenderà a diminuire non appena si scaldano i muscoli.

Tuttavia, continuando ad insistere sul piede già indolenzito con le sollecitazioni dell’attività motoria, l’intensità dell’infiammazione può aumentare.

Per questo, se non è possibile optare per un riposo assoluto, è consigliata una cura antinfiammatoria, meglio se localizzata, con microiniezioni dirette alla fascia plantare interessata.

Anche la tecarterapia, molto in voga negli ultimi anni, può aiutare nella cura della fascite plantare: la tecnica che stimola energia dall’interno dei tessuti, attiva e stimola in modo completamente naturali i processi riparativi e antinfiammatori dei muscoli, riducendo la fascite plantare.

Se hai ancora dubbi sulla fascite plantare, chiedi consiglio al tuo farmacista: saprà consigliarti la soluzione ideale per curarla al meglio.
Carbone vegetale: un aiuto naturale per ridurre i gas intestinali

Carbone vegetale: un aiuto naturale per ridurre i gas intestinali

23 Marzo 2023

Vi è mai capitato di avere una sensazione di gonfiore alla pancia? Se la risposta è sì, la causa potrebbe essere stata un eccesso di gas nell’intestino, un disturbo che colpisce circa il 15% della popolazione mondiale, la cui particolarità è quella di svilupparsi in fasi intermittenti e discontinue.

In condizioni “normali” nell’intestino sono presenti tra i 100 e i 150 ml di aria e gas, tra cui azoto, ossigeno, idrogeno, monossido di carbonio e metano.

L’aumento di questi livelli può portare a diverse situazioni:

  • meteorismo: un accumulo di gas nell’intestino che causa dolore addominale e disturbi come diarrea e stitichezza;
  • flatulenza: l’emissione di gas data dall’eccessiva deglutizione di aria o dai gas prodotti durante la digestione degli alimenti;
  • aerofagia: l’aria in eccesso che finisce nello stomaco ogni volta che, aprendo la bocca, parliamo, mastichiamo o beviamo.

Carbone vegetale, addio pancia gonfia

Ridurre questi disturbi è possibile, per esempio, agendo sull’alimentazione. Un valido aiuto ci arriva da alcuni cibi tra cui il peperoncino, la mela, lo zenzero o tisane a base di finocchio, anice e cumino. Ma non solo, un altro importante alleato, è il carbone vegetale, una sostanza naturale derivata dalla combustione del legno, capace di ridurre i gonfiori addominali.

Grazie alle sue proprietà adsorbenti e aggreganti, trattiene i gas intestinali nei suoi pori, agendo contro aerofagia, meteorismo e flatulenza. In più, si può utilizzare in caso di problemi legati alla digestione, tensione addominale, acidità o reflusso gastroesofageo.

Attenzione alle controindicazioni. Il carbone vegetale è in grado di attrarre e limitare l’assorbimento anche di alcuni farmaci e principi nutritivi. Per questo è importante assumerlo lontano dai pasti e sempre sotto indicazione medica e del vostro farmacista che sapranno consigliarvi la giusta posologia e formulazione.

Gambe leggere con le calze a compressione graduata

Gambe leggere con le calze a compressione graduata

21 Marzo 2023

Soffrite di gambe pesanti e affaticate o avete notato la comparsa di piccoli capillari superficiali?

Fate attenzione alla circolazione delle gambe: una vita sedentaria, una postura faticosa o una predisposizione genetica possono penalizzare il flusso di sangue attraverso gli arti inferiori.

Come migliorare la situazione e alleggerire le gambe?

Con le calze a compressione graduata: speciali collant elastici da indossare durante la giornata, per facilitare il ritorno venoso e aiutare il sangue a risalire su per la gamba.

A cosa servono le calze a compressione graduata?

Contro una circolazione pigra ed una stasi venosa degli arti inferiori le calze a compressione graduata esercitano una pressione leggera, ma costante, che dalla caviglia si distende alla coscia.

Questo capo di abbigliamento funzionale, quindi, attiva il ritorno venoso e favoriscono il drenaggio dei liquidi, alleviando le patologie circolatorie e contrastando il ristagno adiposo e la cellulite.

Quanti tipi di calze a compressione graduata esistono?

In farmacia sono disponibili 2 tipologie di calze a compressione graduata:

  • Preventive: hanno una compressione lieve, di circa 18 mmHg e sono indicate a chi sta spesso in piedi o seduto per lavoro, a chi assume contraccettivi orali o soffre di stasi venosa ereditaria.
  • Terapeutiche: hanno una compressione che oscilla dai 19 mmHg ai 50 mmHg circa e che cresce all’aumentare della gravità della patologia in corso.

Come si indossano le calze a compressione graduata?

La mattina, appena svegli e con le gambe sgonfie, arrotolate la calza fino all’estremità della punta e, dalle dita del piede, srotolatela lentamente avendo cura che il tessuto aderisca perfettamente alla pelle.

Per facilitare il gesto cospargete la gamba con del borotalco: in questo modo la pelle sarà più scivolosa e la calza scorrerà più semplicemente.

Ricordate, infine, di lavare le calze a compressione graduata con attenzione: scegliete programmi delicati e non superiori ai 30° per mantenere inalterate nel tempo elasticità e forza del capo.
Energizzante e snellente: tutti pazzi per il guaranà

Energizzante e snellente: tutti pazzi per il guaranà

18 Marzo 2023

Saranno le sue origini sudamericane, sarà il suono ritmato del suo nome, sarà il colore vitaminico delle sue bacche: qualsiasi sia la motivazione, il guaranà è un vero concentrato di energia.

Una pianta con frutto tipica delle zone Amazzoniche e del Brasile, incredibilmente ricca di proprietà benefiche.

Tra le principali? La sua straordinaria capacità di ricaricare l’organismo e di dare energia a corpo e mente, grazie ad un’azione diretta sul sistema nervoso centrale e ad un rilascio lento e progressivo di stimoli eccitanti.

Il guaranà, quindi, è particolarmente indicato per chi soffre di ipotensione, di cali di concentrazione o di spossatezza data dal cambio di stagione.

Ma non solo: il guaranà, consumato abitualmente, è in grado anche di ridurre il senso di fame e di stimolare la produzione di adrenalina – che attacca le cellule adipose – oltre che di svolgere una spiccata azione lipolitica.

Per questo, quindi, il guaranà è anche un alleato prezioso per sostenere i regimi alimentari dimagranti.

Meglio non assumere guaranà se…

Il guaranà è un potente alleato naturale contro la stanchezza e l’affaticamento, e aiuta a perdere peso più facilmente.

Tuttavia, accanto ai suoi plus, questa pianta sudamericana ha anche i suoi punti di attenzione.

L’estratto di guaranà, infatti, è altamente eccitante, al pari della caffeina: meglio non assumerlo, quindi, se sei ansioso, se soffri di ipertensione o se sei in un periodo particolarmente agitato.

Come tanti altri elementi naturali dall’azione eccitante, poi, anche il guaranà è sconsigliato alle donne in gravidanza e in fase di allattamento.

Se hai dubbi, chiedi al tuo farmacista: ti aiuterà a capire se il guaranà è il prodotto giusto per te!

Melatonina contro l’ovaio policistico: la scoperta è italiana

Melatonina contro l’ovaio policistico: la scoperta è italiana

16 Marzo 2023

Una donna su 10 soffre di ovaio policistico: una patologia metabolica ed endocrinologica molto diffusa, legata ad uno squilibrio tra ormoni femminili e maschili.

Le pazienti che soffrono di questo disturbo hanno una produzione massiccia di androgeni ed una scarsità di estrogeni, i tipici ormoni della femminilità.

Visivamente, i più frequenti sintomi della patologia sono un’aumentata peluria sul viso, una fragilità dei capelli – che cadono più facilmente – ed intense eruzioni cutanee ed acneiche.

Il quadro clinico delle donne affette da questa patologia, può anche risultare aggravato da una maggiore resistenza all’insulina: la sindrome dell’ovaio policistico, in alcuni casi, può scatenare diabete ed ipertensione.

Il sintomo più importante ed eclatante, però, è l’irregolarità del ciclo mestruale, che può essere completamente assente o molto scarso.

Melatonina per curare l’ovaio policistico

Un recente studio condotto da un team di ricercatori italiani ha verificato possibili connessioni tra l’assunzione di melatonina e il miglioramento della sindrome dell’ovaio policistico.

Cosa c’entra l’integratore del sonno con le patologie ormonali?

La melatonina gode di note virtù antiossidanti, ideali contro gli stati infiammatori, di precoce degenerazione ed invecchiamento cellulare.

Nel caso dell’ovaio policistico, la melatonina si è dimostrata molto efficace nel salvaguardare i follicoli dallo stress ossidativo e nel migliorare la qualità dell’ovulo stesso, portandolo anche a corretta maturazione.

I vantaggi di assumere melatonina per curare l’ovaio policistico?

L’assenza di terapie farmacologiche: la melatonina, infatti, non è un medicinale, ma un integratore ed è quindi libero da effetti collaterali.

Chiedi consiglio al tuo medico ed al tuo farmacista: l’ovaio policistico, da oggi, può essere trattato in modo più naturale.

Follicolite da depilazione: come risolverla?

Follicolite da depilazione: come risolverla?

14 Marzo 2023

Il bello della ceretta? Rimuovere in pochi istanti i tanto odiati peli superflui.

Il brutto della ceretta? Il rischio della follicolite: si tratta dell’infiammazione dei bulbi piliferi sollecitati a fondo da uno strappo troppo vigoroso, infiammati dal pelo che cresce male sottopelle o infetti a causa dell’azione di batteri che attaccano la pelle già irritata.

Come si manifesta la follicolite da depilazione? Con uno o più bulbi piliferi ingrossati, infetti e doloranti e con la comparsa di piccole pustole e bollicine rosse sulla pelle.

Addio alla ceretta, quindi?

Niente affatto: prevenire la follicolite da depilazione e curarla è possibile, grazie ai giusti prodotti in vendita in farmacia.

Prevenire la follicolite da ceretta: basta uno scrub

Per evitare l’insorgere di infiammazioni cutanee, qualche giorno prima di sottoporvi ad una ceretta eseguite un’esfoliazione delicata delle zone da trattare per rimuovere ogni possibile ostruzioni ai pori.

Basta uno scrub leggero, infatti, per liberare i pori da impurità e ostacoli e permettere al pelo estirpato di ricrescere dritto e sano.

Curare la follicolite: ecco i rimedi farmaceutici

Se dopo la ceretta avete notato la comparsa di bollicine rosse e piccole pustole, potrebbe trattarsi di follicolite da depilazione.

Il primo passo è quello di disinfettare la zona con detergenti antisettici e antibatterici (come quelli a base di tea tree oil), per poi applicare una crema lenitiva e idratante a base di lanolina e ossido di zinco.

Se la follicolite è acuta o ricorrente, chiedete consiglio al medico e, nel frattempo, evitate di sottoporre ad una nuova ceretta la zona infiammata, preferendo metodi più superficiali come la lametta.

Prime rughe? Consigli per una corretta azione beauty

Prime rughe? Consigli per una corretta azione beauty

11 Marzo 2023

Età anagrafica e sesso non contano. A tutti, prima o poi, sorge una domanda: quand'è il momento giusto per iniziare ad utilizzare una crema anti rughe?

Colorito spento e sensazione di secchezza dell'epidermide sono segnali da non trascurare ma, in generale, la risposta giusta è che non è mai troppo tardi!

L'importante, come per ogni prodotto beauty, è scegliere quello più adatto. Chiedere consiglio su quali utilizzare, in base all’età e alla tipologia di pelle, è quindi fondamentale. Ma non è tutto: anche un corretto stile di vita può aiutare.

Scopriamo di più.

Rughe: una cura per ogni età

Quando si parla di rughe, non esistono regole prestabilite ma, per prevenire e rallentare i segni del tempo, è importante seguire alcune buone abitudini.

Prima di tutto è bene ricordare che fumo, alcool e poche ore di sonno sono nemici accaniti della nostra pelle e favoriscono il formarsi di questi inestetismi, anche in giovane età.

Ecco come intervenire:

  • Fino ai 25 anni: la cute non ha bisogno di creme specifiche perché è già naturalmente elastica e con una buona coesione cellulare. Una normale idratazione andrà benissimo.
  • Dai 25 anni ai 30 anni: è opportuno iniziare ad utilizzare delle lozioni con un ridotto contenuto di principi attivi. L'azione deve essere preventiva e non curativa. Una crema idratante giorno, con una minima protezione solare e un po’ di acido ialuronico, è perfetta per questa fase.
  • Dopo i 30 anni: la routine di bellezza deve cambiare. La crema giorno non è più sufficiente e deve essere integrata da prodotti notte specifici. L'azione sulla cute deve essere sia preventiva che curativa. In questo modo rallenterete il formarsi dei segni del tempo nelle sue prime fasi e ne migliorerete l'aspetto in quelle più avanzate.

Per tutte le tipologie di creme o sieri per il trattamento localizzato delle rughe, è importante consultare il vostro farmacista di fiducia che saprà indicarvi i prodotti più adatti al vostro tipo di pelle, migliorandone l'azione!

Non solo igiene: le saponette sono un vero trattamento di bellezza

Non solo igiene: le saponette sono un vero trattamento di bellezza

09 Marzo 2023

La saponetta non è utile solo all’igiene quotidiana.

A seconda degli ingredienti che la compongono, infatti, può essere impiegata per efficaci trattamenti estetici.

Alleate di bellezza, in commercio esistono tantissime tipologie di saponette di svariate forme e colori, che, se usate con costanza possono rivelarsi vantaggiose per la cura della cute e dei capelli e, perché no, possono essere utilizzate anche come ottimi tonificanti.

Ecco le più interessanti saponette naturali:

  • Saponetta al Mirto e Uva Rossa

Al piacevole profumo di mirto, questa saponetta naturale è un valido rigenerante ed antiossidante. Consigliato per le pelli sensibili, questo tipo di prodotto ha anche delle proprietà toniche e rassodanti.

  • Saponetta allo zolfo

Lo zolfo ha un effetto cicatrizzante – un vero toccasana per i punti neri – ed è particolarmente indicato per trattare con efficacia i brufoli e le impurità della pelle. La saponetta allo zolfo è perfetta, inoltre, per essere utilizzata anche sul cuoio capelluto: in particolare, chi ha i capelli grassi può sfruttare la sua azione riequilibrante ed esfoliante.

  • Saponetta al burro di karitè

Un vero e proprio cosmetico naturale, la saponetta al burro di karitè garantisce un’azione emolliente sulla pelle. In grado di rigenerare e nutrire qualsiasi tipo di cute, è particolarmente adatta per le pelli secche e sensibili.

  • Sapone di Aleppo

Costituito da olio di oliva e alloro, il sapone di Aleppo è in grado di prevenire l'invecchiamento e la secchezza della pelle, grazie alle sue proprietà antiossidanti. Risolutiva per ammorbidire la pelle, questa saponetta può essere utilizzato anche come base schiumosa per una maschera facciale fai da te.

Chiedi consiglio al tuo farmacista per selezionare la saponetta più adatta per la tua bellezza.
Misuri la pressione? Attenzione a non fare questi errori

Misuri la pressione? Attenzione a non fare questi errori

07 Marzo 2023

Stanchezza cronica, vertigini, mancanza di concentrazione, mal di testa o nausea. I sintomi che possono manifestarsi in caso di problemi di pressione sono molti, più o meno evidenti. Per questo è importante effettuare una corretta e periodica misurazione.

Che lo si faccia in ambulatorio o in farmacia, con l'assistenza di personale specializzato, o a casa da soli, con gli appositi strumenti in commercio, è bene sapere quali accorgimenti seguire per avere una lettura chiara e inalterata di tutti i valori.

In generale, viene considerata normale una pressione sistolica (massima) inferiore ai 130 mm Hg e la diastolica (minima) inferiore a 85 mm Hg (millimetri di mercurio, unità di misura della pressione utilizzata in medicina).

Ecco alcuni consigli per una misurazione perfetta!

Attenti alla postura. Non avere la schiena e i piedi ben appoggiati a terra può aumentare tra i 6 e i 10 punti la misurazione della pressione.

Ѐ importante ricordarsi di non accavallare mai le gambe, anche questo può alterarne i valori!

Il braccio su cui si effettua la rilevazione deve essere ben appoggiato su un tavolo o su una sedia e possibilmente nudo. Il bracciale di misurazione deve essere posizionato all'altezza del cuore e non deve essere troppo piccolo. In caso contrario i valori rilevati potrebbero risultare più alti da 2 a 10 punti.

Ricordatevi di fare pipì prima della misurazione. La vescica piena può aggiungere fino a 15 punti alla lettura della vostra pressione.

Infine, per evitare alterazioni, è importante rimanere in silenzio e fermi per tutta la durata della procedura.

Per evitare di commettere errori, fatevi misurare la pressione dal vostro farmacista: vi saprà supportare al meglio.
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